giovedì 6 marzo 2008

ORIZZONTE PERDUTO



Il successo di Orizzonte perduto diffonde il sogno di Shangri-La come una terra fuori dal tempo, lontana dal dolore e dal male, immunizzata dalla ferocia dell’uomo. È stato definito il più perfetto romanzo di evasione, in senso letterale, perché è centrato sul tema della fuga. Il personaggio principale di Orizzonte perduto, Robert Conway — un diplomatico inglese angosciato dal ricordo della Prima guerra mondiale riassume così il clima del suo tempo: «Il mondo intero attorno a me sembra essere diventato completamente pazzo». Un altro passaggio sembra profetico, anni prima dell’Olocausto e della bomba atomica di Hiroshima: «Il Medioevo che sta per iniziare coprira il mondo intero col suo manto funebre». Ai funesti presagi di Conway risponde il gran lama di Shangri-La: «Staremo qui con i nostri libri, con la nostra musica, con le nostre meditazioni, a custodire le fragili eleganze di un’età moribonda, cercando quella saggezza di cui gli uomini avranno tanto bisogno quando le loro passioni si saranno consumate».

Nella Valle Azzurra, ci si inginocchia per pregare rivolti, oltre le nuvole, alla Sacra Montagna di Neve Meili... Il Karakal di Orizzonte Perduto (e del film di Frank Capra).

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