mercoledì 18 aprile 2012

MEGLIO LA PUZZA…

 

spray 

Il risultato della ricerca è chiaro: la variabilità del ritmo cardiaco, e cioè la lunghezza dell’intervallo fra i battiti, peggiora con l’uso di prodotti spray per la pulizia della casa e, in particolare, di quelli usati perdeodorare l’ambiente. A firmare lo studio, pubblicato online su Environmental Health Perspectives, è un team internazionale di ricercatori dell’Istituto tropicale svizzero e dell’università di Basilea, capitanato da Amar Mehta. Questa categoria di prodotti aumenta i rischi di ipertonia e di infarti cardiaci.
Si tratta di un risultato collaterale ( qui il documento ufficiale), ma di grande importanza per la tipologia di prodotti che coinvolge, saltato fuori nel corso di una maxiricerca sull’inquinamento atmosferico e le patologie polmonari negli adulti battezzata Sapaldia (Study on air pollution and lung diseases in adults) che ha coinvolto quasi 600 persone, in maggioranza donne sopra i cinquant’anni di età ma anche più anziane. E proprio dall’assortimento del campione sperimentale – monitorato con elettrocardiogrammi ripetuti nel corso delle 24 ore – è uscito il dato sugli spray-killer: molte delle donne avevano infatti risposto ai questionari asserendo di essere casalinghe a tempo pieno e quotidianamente alle prese con profumanti di ogni genere e bombolette per pulire superfici, forni, per stirare o per rinfrescare l’ambiente.
Non solo effetti nocivi sulle vie respiratorie, incremento dell’ asma e possibilità di sviluppare allergie: lo studio svizzero, firmato anche da ricercatori francesi e spagnoli, va dunque ad aggiungere un ulteriore motivo di criticità, più grave dei precedenti già certificati da altre ricerche scientifiche perché legato direttamente alle funzioni del cuore, a questo tipo di pulitori per ambienti domestici. Reso ancor più pericoloso nelle persone che abbiano già maturato precedenti disturbi polmonari. Il team dell’università di Basilea e dell’Istituto tropicale svizzero segnala infine la necessità di scavare ancora più a fondo, prefigurando ulteriori (pessimi) sviluppi legati ai nefasti effetti di questi deodoranti

di Simone Cosimi   DA WIRED

Nessun commento:

Posta un commento