" Ci sono equilibri fatti di gesti, e quelli sono equilibri stabili. Poi ci sono equilibri fatti di silenzi, di parole ricacciate in gola, di parole soppesate, di parole sfuggite. Quelli sono gli equilibri precari, quelli che ricostruisci ogni giorno ma che ogni giorno ti sfuggono di nuovo, come costruire montagne con la sabbia, che al primo soffio di vento più forte volano via... Sono equilibri che reimpari giorno per giorno, mentre impari di nuovo a misurare le distanze: troppo grandi sono assenze, troppo piccole non sono già più equilibrio..."
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