sabato 12 marzo 2011

JAPAN EARTHQUAKE

 

terremoto 2

Forse per la prima volta nella storia umana, le devastanti  immagini del terremoto che ha devastato il Giappone sono arrivate e partite prima dagli smartphone che dalle Tv di mezzo mondo. Già nei primi minuti del terremoto, milioni di messaggi sono arrivati negli smartphone di tutto il mondo mentre nella sola Tokio, milioni di utenti annunciavano e raccontavano il disastro a mezzo Social Network.   Come riportato da Twitter, nella prima ora del Terremoto giapponese e solo da Tokio sono stati ben 1200 i tweet che ogni minuto informavano il mondo sui fatti che stavano accadendo, trasformando milioni di giapponesi in reporter.

terremoto 1

Gli smartphone  hanno cambiato ormai la vita di tutti i giorni e i fatti di questi giorni in Giappone ne dimostrano la potenza: se una volta erano i grandi network televisivi a renderci partecipi di questi disastri, oggi lo sono milioni di utenti che armati di smartphone con fotocamera e videocamera consentono di condividere in pochi secondi foto, filmati e informazioni su quanto accade, minuto per minuto.

terremoto

Informazioni dal Giappone e dal Pacifico. Il sisma è avvenuto alle 14.46  ora locale (6.46 in Italia) del 11 marzo. La prima scossa dello sciame simico ha avuto il proprio epicentro a circa 130 Km a Est di Sendai e a circa 400 Km a Nord-Est di Tokyo ad una profondità di 24,4 Km. L’intensità registrata è stata di 8.9 della scala Richter : l’energia liberata dal sisma è stata 30.000 volte superiore alla scossa registrata a L’Aquila il 6 Aprile 2009 e si stima che abbia spostato l’asse terrestre di 10 centimetri. E’ scattato subito l’allarme tsunami, con onde previste dell’ordine di decine di metri.  Le prime coste colpite sono state quelle giapponesi, più vicine all’epicentro, in queste ore le onde stanno investendo le isole Hawaii e l’allarme tsunami è attivo per le coste della California e dell’Oregon. Per quanto riguarda il Giappone si ha purtroppo un elevato numeri riguardo le possibili vittime. Per quanto riguarda i danni materiali sono sicuramente enormi: il Giappone è all’avanguardia nel mondo per l’Edilizia sismica, nonostante ciò, la potenza del sisma è stata superiore a qualsiasi altra scossa mai registrata in Giappone e ha generato alcuni crolli.

terremoto-giappone1-495x319_1299855657

Vi sono stati numerosi incendi, il più importante ad una raffineria petrolifera vicino Tokyo. Il pericolo più grande potrebbe però venire dalle centrali nucleari: 4 centrali nucleari sono state disattivate immediatamente dopo il sisma, tuttavia c’erano stati problemi al sistema di raffreddamento della centrale Fukushima Daiichi della Tokyo Electric Power, che pare però risolto anche se si stanno sgomberando le aree in prossimità di tutte le centrali. Il primo ministro giapponese Naoto Kan ha già chiesto aiuto alla comunità internazionale e il portavoce dell’ Onu ha annunciato che 30 squadre di soccorso delle Nazioni Unite sono pronte sono pronte per partire ed offrire il loro aiuto. La Farnesina fa sapere di aver contattato gli italiani in Giappone (stimati in circa 3.000), mancherebbero all’appello solo 28 persone, ma si deve tener presente che la telefonia mobile è saltata. Le conseguenze di questo sisma potrebbero essere veramente enormi: il sisma ha colpito la terza potenza economica mondiale in un momento in cui questa viveva un periodo di stagnazione e in un momento in cui ad incidere sul panorama economico e finanziario sono anche le tensioni delle rivolte in Nord-Africa.

terremoto in jappone

CLASSIFICA PER INTENSITÀ - Il sisma dell'11 marzo 2011 si pone al
quinto posto della classifica dei terremoti più forti mai registrati
da quando esistono le rilevazioni sismiche accurate.

1 - La più forte di sempre avvenne il 22 maggio 1960 in Cile tra
Temuco e Conception: 9,5 gradi della scala Richter, provocò 1.655
morti, 3 mila feriti, 2 milioni di senzatetto. Lo tsunami che scatenò
provocò 61 morti alle Hawaii - non esistevano ancora i sistemi di
allerta e nemmeno si sapeva che un maremoto poteva attraversare un
intero oceano - 138 in Giappone, 32 nelle Filippine

2 - la seconda scossa più forte fu registrata il 28 marzo 1964 in
Alaska, l'epicentro del terremoto di 9,2 gradi fu nel Prince William
Sound, non lontano da Anchorage: i morti furono 113 per lo tsunami e
15 per le scosse. Nella vicina isola Montague la terra si alzò di
13-15 metri. Nel golfo di Valdez l'onda di maremoto arrivò a
un'altezza di 67 metri, 15 morti si registrarono sulle coste di
California e Oregon, persino a Cuba e Portorico si verificarono
piccole onde anomale

3 - 9,1: è la magnitudo del terremoto che tutti ricordano molto bene.
Il giorno di Santo Stefano, il 26 gennaio 2004 due minuti prima delle
8 del mattino (ora locale) la zolla asiatica si spostò sopra quella
indo-australiana in subduzione sotto Sumatra. La punta nord-ovest
dell'isola venne devastata, lo tsunami successivo arrivò sino in
Tailandia a est e spazzò le coste di Sri Lanka, India e fino in
Somalia a ovest. In tutto i morti furono 230 mila, ma alcune stime
parlano di 300 mila vittime

4 - 4 novembre 1952: costa sud-orientale della Kamtchaka, isola russa
(allora sovietica). Si scatena un terremoto di 9 gradi Richter, non si
ha notizia di vittime. Alle Hawaii arrivò uno tsunami di 3 metri.


CLASSIFICA PER VITTIME - I terremoti più forti non sono sempre quelli
che producono il maggior numero di vittime. Spesso, infatti, avvengono
in zone disabitate. Invece, terremoti meno intensi ma vicini a zone
densamente popolate o senza costruzioni antisismiche, producono
effetti devastanti.
1 - oltre 800 mila morti, stima del terremoto cinese di 8 gradi dello
Shaanxi del 23 gennaio 1556
2 - tra 250 mila e 700 mila vittime nel terremoto di 7,5 gradi a
Tangshan, Cina, del 28 luglio 1976
3 - 250 mila morti stimati nel terremoto di Antiochia del 21 maggio
525, forse di 8 gradi
4 - ancora la Cina, a Gansu, il 16 dicembre 1920: 235 mila morti,
probabilmente per una scossa di 7,8 gradi Richter
5 - 230 mila morti il 26 dicembre 2004 nel terremoto con tsunami di Sumatra
Il terremoto di 7 gradi del 12 gennaio 2010 nei pressi di
Port-au-Prince ad Haiti si stima che abbia causato 223 mila morti e lo
colloca in settima posizione.

terremoto in giappone - video

LISTA TERREMOTI  INGV in tempo reale   La presente pagina riporta i terremoti di magnitudo superiore o uguale a 2.0 localizzati in Italia dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV. Nei casi in cui un evento sismico sia stato risentito, esso viene comunque riportato nella lista. Informazioni sui terremoti di magnitudo inferiore a 2.0 possono essere estratte dal database ISIDe. Vengono inoltre riportati terremoti rilevanti in altre zone del mondo.

QUANDO INTERNET NON C’ERA

Terremoto di Messina     Il 28 dicembre 1908, alle ore 5:20 circa, un terremoto catastrofico (magnitudo circa 7), uno dei più forti mai registrati in Italia, colpì lo Stretto di Messina seminando distruzione e morte nelle città di Messina e Reggio Calabria e nei villaggi vicini. Non appena la scossa terminò, alcuni dei sopravvissuti fuggirono dalle case diroccate e cadenti e si rifugiarono nelle spiagge adiacenti nella speranza di trovare un luogo sicuro lontano dagli edifici pericolanti. Pochi minuti dopo il terremoto, però, un’onda di maremoto si abbatté con violenza inaudita lungo le coste calabresi e siciliane dello Stretto penetrando nell’entroterra per alcune centinaia di metri e seminando nuovamente distruzione e morte tra coloro che erano sopravvissuti al sisma. Al termine degli eventi tragici, si contarono non meno di 60000 morti. L’interruzione di tutte le linee di comunicazione impedì ai sopravvissuti delle province di Messina e Reggio Calabria di chiedere un tempestivo aiuto a Roma.

A Roma, nella mattina del 28 dicembre, l’allora Presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno, Giovanni Giolitti, ricevette da Catania, Palermo e Catanzaro alcuni telegrammi che annunciavano l’evento sismico avvenuto nelle prime ore del mattino senza però riferire di danni seri nei luoghi da cui i telegrammi provenivano. Nel frattempo, Messina e Reggio Calabria tacevano. Solo nelle prime ore del pomeriggio, un telegramma giunto sul tavolo del Presidente del Consiglio recitava: “Messina distrutta”. Pare che Giolitti non volesse credere a tale notizia. In seguito, alle ore 17:25, giunse a Giolitti un secondo telegramma dello stesso tono del precedente, inviato questa volta dal tenente di vascello Belleni, che, partito da Messina dopo il disastro al comando della torpediniera Spica, si era dovuto spingere sino a Nicotera, in Calabria, per trovare finalmente un telegrafo funzionante. In serata, altri telegrammi in arrivo dalle province siciliane e calabresi chiarirono finalmente l’entità del disastro a Giolitti, il quale, con lentezza ed un iniziale scarso convincimento avviò le operazioni di soccorso. La cronaca di quei giorni tragici, i telegrammi con le richieste di aiuto ed i motivi che avevano indotto Giolitti a ritardare l’invio degli aiuti sono riportati con dovizia di particolari nel libro “La terra trema” di Giorgio Boatti (2004, Mondadori, Milano).

A seguito del terremoto dell’Irpinia e di quelli precedenti, è stata progettata e messa in opera una nuova ed efficiente rete sismica gestita dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV, www.ingv.it). Tale rete permette oggi di individuare l’area epicentrale di un terremoto (ovvero l’area dove è più probabile siano localizzati i maggiori danni) in pochi minuti. Ne consegue che eventi come quello di Messina del 1908 e dell’Irpinia del 1980, in occasione dei quali passarono molte ore prima che ci si accorgesse di quali fossero le aree maggiormente danneggiate. La sala sismica operativa dell’INGV è in grado di indirizzare i soccorsi nell’area epicentrale di un sisma in pochi minuti dall’evento sismico stesso.

www.defused.com/japan-earthquake

Nessun commento:

Posta un commento