martedì 5 luglio 2011

IL ROMANZO INFINITO

 

QUELLI DEL ROMANZO INFINITO

Il romanzo lo scriviamo noi, tutti insieme, noi amici, e gli amici dei nostri amici, e gli amici degli amici dei nostri amici, e così via. Questo è il gruppo di quelli che sognano di scrivere il romanzo più lungo della storia dell’umanità, il romanzo scritto da mille, diecimila, centomila mani, il romanzo che ha un inizio e nessuna fine… “IL ROMANZO INFINITO “ .
L’inizio lo troverai qui in basso,

http://romanzoinfinito.altervista.org

Benvenuti sul sito di “Quelli del Romanzo Infinito”. Esso è il frutto del lavoro di un insegnante del Liceo Scientifico “Alfonso Gatto” di Agropoli e dei suoi studenti delle classi 4^C e 4^D      E’ il frutto di un sogno: quello di scrivere il romanzo senza fine.  Lo scrittore ha già in mente la strada da percorrere. Il nostro, invece, è un sogno di libertà: percorrere le strade del mondo…senza bussola.

La prima pagina

Quando Stella aprì gli occhi, il sole era già alto. Dal letto della sua camera d’albergo, poteva godersi lo spettacolo di un cielo finalmente sgombro di nubi. La pioggia era caduta incessante per tutta la notte e, la sera prima, un fitto acquazzone l’ aveva accolta all’aeroporto come uno sgarbo. Fradicia d’acqua, aveva atteso il taxi al terminale e fradicia d’acqua aveva attraversato la città, fino a Boulevard de Capucines. Fradicia d’acqua e intirizzita dal freddo aveva chiesto al tassista di alzare la temperatura del climatizzatore, e si era sentita un’ idiota quando il conducente, girando in fretta la manopola del “tutto caldo”, le aveva risposto che, da giorni, era la prima persona a chiedergli una cosa del genere. All’arrivo in albergo, aveva fatto una doccia bollente ed era scesa al bar solo per bere un tè caldo . Poi era tornata in stanza e si era tuffata tra le lenzuola, addormentandosi all’istante. In primavera, Parigi è la città più bella del mondo. Lo aveva letto da qualche parte, o forse glielo avevano raccontato le amiche. Come che fosse, quel cielo azzurro, attraversato appena da qualche timida striatura biancastra, era il regalo più bello, da quando aveva messo piede in città. Si - ammise soddisfatta - Parigi è la città più bella del mondo!. Ma fu una soddisfazione passeggera, momentanea. Il ricordo andava alla sera precedente e tutto cominciava a farsi scuro, Stella si rabbuiò, si vedeva proiettata nel futuro prossimo e non c'era nulla di buono era frastornata. Quella mattina, malgrado il sole, era interiormente opaca come la nebbia che si forma nelle vallate alle prime ore del mattino in attesa dei primi raggi di sole che la faranno svanire. Pensò che sicuramente il domani sarebbe stato come il mare... ti tuffi e finisci inevitabilmente sott’acqua, sei senza ossigeno, destinato a vivere in apnea. Le terre emerse sono le sagome scure che intravedi dal basso, ma che sei incapace di distinguere…

                                                                                continua.

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