Dall'incrocio di Google e Bunga bunga nasce "Bungle bungle", il motore di ricerca per sapere tutto sul caso Ruby, la vicenda che vede indagato il Presidente del Consiglio per concussione e prostituzione minorile. In inglese tra l'altro il termine "bungle" significa anche pasticcio.
Grazie a "Bungle bungle" l'utente può trovare tutte le informazioni e le intercettazioni sul caso Ruby. La grafica è ricalcata su quella di Google e, proprio come Google, prevede due pulsanti: al posto di "Cerca" troviamo “Cerca su Bungle", invece di “Mi sento fortunato” c'è “Mi sento intercettato". L'intento dei fondatori è quello di far proseguire l'attività di Bungle.it anche dopo il processo che inizierà il 6 aprile.
Gli sviluppatori sono chiari:
“BungleBungle non ha partito, non ha colore; ma ha uno scopo ben preciso: rendere facilmente accessibile a tutti, informazioni che altri cercano di nascondere, confutare, sminuire”. Potrebbe essere definito un Wikileaks dedicato a Silvio Berlusconi e le Papi Girls: “BungleBungle nasce in contrapposizione al caos generato e voluto dai mass-media nel momento in cui occorre divulgare o insabbiare informazioni di interesse comune. Verso la fine del 2010 il popolo italiano è stato spettatore di un vero e proprio scempio della politica e dell’uso che, ormai, ne fanno gli addetti ai lavori. Un vero e proprio intreccio di relazioni e rapporti basati esclusivamente su favoritismi (economici, politici, sessuali) è emerso dalle intercettazioni generando una vera e propria marea nera sociale”.
Le trenta parole calde… PIU RICERCATE
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