La strana storia delle sculture anonime di libri rinvenute a Edimburgo a partire da Marzo si è conclusa, ma ancora non si ha idea di chi l'abbia organizzata
dal Blog “
Il blog di Chiara Prezzavento, autrice, editor, traduttrice occasionale e via scrivendo
…. E quindi lasciate che vi racconti una storia...
C'era una volta - e c'è ancora - a Edimburgo, la Scottish Poetry Library, dove un giorno di marzo dello scorso anno lo staff trovò su un tavolo una scultura di carta. Era un meraviglioso piccolo albero su un libro-piedistallo:
E il biglietto diceva così: ...Sappiamo che una biblioteca è molto più di un edificio pieno di libri... un libro è molto più di un insieme di pagine piene di parole... Questo è per voi, in sostegno alle biblioteche, ai libri, alle parole, alle idee... (forse un gesto poetico?)
Da dove saltava fuori? Nessuno aveva visto nulla, nessuno ne aveva idea. Poi, alla fine di giugno, un altra scultura di carta comparve alla National Library of Scotland:
Un dono in sostegno alle biblioteche, ai libri, alle parole, alle idee... (& contro la loro fine)
E poi fu la volta della Filmhouse. Un piccolo, dettagliatissimo, meraviglioso cinema di carta...
... in sostegno [...] a tutto quel che c'è di "magico".
E in luglio un uovo di drago allo Scottish Storytelling Centre:
Perché "C'era una volta un libro, e nel libro c'era un nido, e nel nido c'era un uovo, e nell'uovo c'era un drago, e nel drago c'era una storia."
A questo punto la storia era diventata celebre, tutta Edimburgo e tutta la Rete (Twitter in particolare, visto che i biglietti erano sempre indirizzati al Twitter handle dell'istituzione rilevante) s'interrogavano sull'identità dello Scultore Misterioso. Lasciare le sculture di nascosto doveva essere diventato più difficile, dato il livello di curiosità e attenzione. ma questo non impedì allo Scultore di seminare altri due doni all'Edinburgh International Book Festival. Questo delizioso vassoio della colazione nel bookshop :
E questo libro/bosco allo stand dell'UNESCO:
"Nessun fanciullo ha facoltà di decidere da quali circostanze sarà circondato" (Robert Owen)
E poi alla fine di agosto questa lente d'ingrandimento comparve alla Central Lending Library:
Libraries are EXPENSIVE EXPANSIVE, diceva il biglietto. E la lente era puntata su una citazione di Edwin Morgan: "Quando entro, voglio che sia luminoso, voglio trovare tutto quel che c'è in piena vista."
Fu a questo punto che l'Edinburgh Evening News tentò di trascinare lo Scultore allo scoperto dichiarando di conoscerne l'identità e di cominciare a trovare la faccenda un nonnulla tediosa... E concorderete con me che si trattava di uno stratagemma singolarmente poco sottile: non so immaginare la persona capace di tagliuzzare queste sculture mentre addenta un'esca giornalistica del genere.
E infatti lo Scultore non batté ciglio, se non riconoscendo la necessità di un finale appropriato per una buona storia. Questa storia, apparentemente, si doveva concludere là dove aveva avuto inizio, alla Scottish Poetry Library. Nella sezione delle antologie comparvero una cuffietta di piume e un paio di guanti striati come il dorso di un'ape:
Proprio come in una poesia di Norman MacCaig.
Insieme alla scultura c'era un messaggio di congedo in cui lo Scultore Misterioso si rivelava essere in realtà una Scultrice Misteriosa e definiva il suo delizioso, poetico gioco come un "minuscolo gesto" a sostegno dei posti speciali, delle cose impossibili...
Questa era la decima scultura, comunicava la Scultrice - il che significava che dovevano essercene altre due da qualche parte, altre due che nessuno aveva ancora notato...
E infatti, nei giorni successivi, fu la volta di un dinosauro al National Museum of Scotland...
...e di una strada sinistra nella stanza dedicata a Stevenson nel Writer's Museum:
E a questo punto vi aspettereste qualche rivelazione, vero? E invece no. La Scultrice ha tenuto fede alla sua parola: non ha più dato segno di vita ed è rimasta anonima per davvero. Non stava cercando la fama, si direbbe. Aveva profuso una quantità d'impegno e di pensiero in un magnifico progetto, aveva scelto con cura istituzioni e libri, aveva reso omaggio a poeti e scrittori (primo tra tutti Ian Rankin) e in tutto questo aveva fatto ogni sforzo per rimanere dietro le quinte. E c'era riuscita.
Non era una trovata pubblicitaria, non era autopromozione. Era una dichiarazione d'amore nei confronti delle biblioteche, dei libri, delle parole, delle idee, dei posti speciali e delle cose impossibili.
E tutti vissero felici e contenti.
Central Stn
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